Sono le sirene ad annunciare a Ramallah l’arrivo degli autobus con a bordo i prigionieri che l’accordo di Sharm ha permesso di liberare. Le scene, sono di caos e di festa, di lacrime e di gioia.
Si riuniscono famiglie separate da anni, figli che magari non hanno conosciuto i padri, mogli che riabbracciano i mariti con cui hanno condiviso un legame che ha dovuto resistere alla lontananza.
Tra i prigionieri rilasciati oggi 250 scontavano condanne all’ergastolo o comunque a diversi decenni, per fatti di sangue, anche terribili, avvenuti nella guerre contro Israele e l’occupazione.
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