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Il 6 agosto a Mosca l’inviato Usa Witkoff esce convinto di avere un’intesa con Putin: rinunciare a Zaporizhzhia e Kherson in cambio del pieno controllo del Donbass. Ma alla vigilia del summit di Anchorage il Cremlino cambia posizione, parlando di una soluzione diversa. Da lì in avanti, nessun compromesso né in Alaska né a Washington. E oggi i rapporti tra Mosca e Washington appaiono vicini al cortocircuito.
Il punto di Maurizio Molinari
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