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La fede per un Dio molto umano e l’omosessualità rivendicata senza vittimismo. La gioia per la nascita del figlio Tobia; il dolore per gli ultimi, vittime delle guerre, migranti, trans. Sono preghiere laiche ma anche inni politici le poesie di Nichi Vendola che in studio ci porta la sua raccolta di versi “Sacro Queer” (mannipoesia). Insieme ai ricordi di un ragazzo gay di Terlizzi, l’avventura nella Fgci prima, in Parlamento e in Puglia poi, dove è tornato in pista con Avs, per le regionali. Nel nome di una politica lontana dalla “retorica della crudeltà” di Trump e Meloni.
Intervista di Giulia Santerini
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