Peace on Earth, pace in terra, si chiama così la mostra di oltre 100 opere dedicate a Banksy, alla Rocca maggiore di Assisi, e il titolo non poteva essere più azzeccato, unendo idealmente il sentimento per la pace della città francescana alle opere dell’artista di street art.

Una colomba con il giubbotto antiproiettile che vola con in bocca il ramoscello di ulivo nel becco e ha un mirino puntato addosso, il simbolo della pace che gronda sangue disegnato dall’artista, sul muro della Grotta del latte a Betlemme, provocazione quanto mai attuale per la Palestina martoriata di oggi. Qui le riproduzioni soprattutto della prima fase del lavoro dell’artista.

La ragazza ustionata dal Napalm tenuta per mano da Topolino e da un clown, la celebre bambina che lascia volare un palloncino a forma di cuore, il lanciatore di fiori comparso per la prima volta nel 2003 proprio in Cisgiordania.

Dalle riproduzioni, dei graffiti di New York alle serigrafie originali, ma Banksy gradirà tutto questo? L’artista rifugge da sempre dalla mercificazione.

Si è lungo disquisito sulla sua identità, un artista singolo o un collettivo di artisti. Ormai pare certo che si tratti di un cinquantenne di Bristol, ma noi non vi sveleremo il nome.

Non è importante, direbbe lui, che con l’arte vuole soprattutto lanciare un messaggio a noi che guardiamo per prendere una posizione.

"Viaggio nell’arte", una rubrica a cura di Giulia Lauletta.

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