Sul mobile della televisione, accanto all’albero di Natale che avevano deciso di non togliere mai e che è rimasto lì, anche se le feste adesso non esistono più, ci sono due fotografie di Sharon Verzeni e la scatola dell’anello, d’oro bianco e brillantini, che il compagno Sergio Ruocco le ha lasciato sulla bara.
In una delle camerette dove sognavano di cullare i loro figli è rimasto il lettino da estetista. L’altra fa da sgabuzzino. Nel lato di armadio della ragazza, uccisa nella notte tra il 29 e il 30 luglio 2024 a 33 anni, i suoi pupazzi sono l’unica macchia di colore. «Una parte delle cose di Sharon è tornata a casa dei genitori, le hanno portate via loro quando io non c’ero. Non ce l’avrei fatta».
Di lei tiene vicino qualcosa in particolare?
«A volte uso la sua coperta per riscaldarmi».
Ruocco, 38 anni, idraulico, parla dopo la fine di una lunga giornata di lavoro, nel soggiorno della villetta a Terno d’Isola dove, la sera del 29 luglio 2024, vide per l’ultima volta la fidanzata. Avevano in programma di sposarsi quest’anno. «Era seduta lì, sul divano, giocava col cellulare». Dopo che lui andò a dormire, lei uscì per una camminata e non fece più ritorno. Ora Moussa Sangare, trentenne di un paese vicino, Suisio, rischia l’ergastolo per averla accoltellata senza un perché.




