Alberto Trentini detenuto in Venezuela, la madre: “Meloni si attivi, non possiamo più aspettare”

di solobuonumore

Alberto Trentini detenuto in Venezuela, la madre: “Meloni si attivi, non possiamo più aspettare”

“Oggi sono otto mesi esatti che mio figlio Alberto è in prigione, ma tutto tace e tace anche la nostra presidente del Consiglio. Questo silenzio per me e la mia famiglia è insostenibile, il nostro governo deve attivarsi come ha fatto quello svizzero con il compagno di prigionia di mio figlio, che è stato liberato da poco ed ha raccontato alla stampa le terribili condizioni di detenzione in cui si trova ancora Alberto”. Lo dice Armanda Trentini, la madre del giovane detenuto in Venezuela dallo scorso novembre. Ha parlato davanti al tribunale di Roma, dove è in programma una nuova udienza del processo per l’omicidio di Giulio Regeni. Le autorità italiane, incluso il governo e il ministro Tajani, stanno portando avanti sforzi diplomatici per ottenerne il rilascio

“Il governo si impegni concretamente. Questo silenzio non può continuare”, ha detto la segretaria del Pd, Elly Schlein, anche lei a Piazzale Clodio. E ha aggiunto: “Sono passati otto mesi, il governo svizzero si è impegnato per la liberazione di chi era in carcere con Alberto Trentini e ha raccontato di indicibili sofferenze all’interno di questo carcere. È una situazione che non può essere tollerata un minuto di più. Ribadiamo al governo una richiesta di impegno”.

Dal 17 ottobre 2024, lavorava in Venezuela per Humanity & Inclusion, organizzazione che assiste persone con disabilità. Il 15 novembre, mentre si spostava da Caracas a Guasdualito, è stato fermato a un posto di blocco e successivamente trasferito al carcere El Rodeo I, nei pressi di Caracas, accusato di “terrorismo” o “cospirazione”, imputazioni mai formalmente chiarite.

Per mesi, Trentini è scomparso senza contatti con la famiglia, avvocati o consolato, scatenando mobilitazioni, petizioni, flash mob e proteste civili. A gennaio 2025, la Commissione interamericana per i diritti umani ha emesso misure cautelari in suo favore, evidenziando rischi alla sua integrità.

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