Donald Trump promette un futuro di pace per il Medio Oriente. Un giorno storico, dice alla Knesset, distribuendo i meriti, interrotto dagli applausi, soprattutto ai suoi collaboratori, militari e ministri, e al genero, Jared Kushner, poi ai paesi musulmani più influenti e al premier israeliano, Benjamin Netanyahu. Sottolinea più volte di aver risolto "l’ottava guerra in otto mesi".

Per quanto riguarda Gaza, nessun riferimento ai palestinesi rimasti uccisi in due anni di bombardamenti, ma si concentra, invece, sul futuro della Striscia e sulle possibilità di sviluppo della zona. "È arrivato il momento di costruire e non di distruggere". Annuncia grandi investimenti, da parte di paesi ricchi e influenti, "che incontrerò ora in Egitto", anche se, scherza, "probabilmente se ne saranno già andati perché sarò in ritardo". E annuncia che verrà formato un "consiglio di pace", utilizzando la parola "board", che di solito viene utilizzato per riferirsi al consiglio d’amministrazione di un’azienda. E, dice, "tutte le nazioni mi hanno chiesto di assumere la presidenza di quel consiglio di pace".

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