Anche Massimo Giannini rinuncia a partecipare a Più libri più liberi

di solobuonumore

Anche Massimo Giannini rinuncia a partecipare a Più libri più liberi

https://www.youtube.com/watch?v=E7N5cfCDRd4

Io sto con Zerocalcare. E sto con Augias. Anch’io, nel mio piccolo, non sarò oggi a Più libri più liberi, dove avrei dovuto parlare all’Arena Repubblica Robinson. Anch’io, come Michele e come Corrado, non pretendo che Passaggio al bosco sia chiusa d’imperio per le sue dichiarate simpatie neo-nazifasciste e antisemite. Ma anch’io mi rifiuto di condividere la stessa agorà con una casa editrice che pubblica con orgoglio i deliri degli ufficiali delle SS e degli arditi della X Mas. Ho il massimo rispetto per gli amici e i colleghi che lo hanno fatto e lo faranno — sinceri democratici, come e più di me — sostenendo che la democrazia non può e non deve aver paura dei libri e delle opinioni. Giusto. Non ci divide certo il merito, semmai solo il metodo. Gli organizzatori spiegano che Passaggio al bosco ha firmato il contratto che esplicita l’impegno ad “aderire a tutti i valori espressi nella Costituzione italiana, nella Carta dei Diritti fondamentali dell’Ue e nella Dichiarazione universale dei Diritti umani”. Ma un atto rispettoso della forma non cambia la sostanza delle cose. Anche le massime cariche e i ministri di questo governo hanno giurato sulla Costituzione, eppure…

Per vedere il cortocircuito basta capire cos’è Passaggio al bosco: non solo editrice, ma movimento politico (con tanto di poster, gadget e magliette), di cui i testi pubblicati sono il “manifesto”. Lo dicono loro stessi sul sito: «Il libro per noi non è un prodotto commerciale, ma un patrimonio di idee e di visioni». Lo dicono i titoli in catalogo: da Audacia con gli scritti di Mussolini a Fascismo rivoluzionario sull’epica di Salò, dalle memorie dell’ex granatiere della 33esima Waffen Division Robert Dun a quelle del soldato della Wehrmacht Rudolf Kinau, dai saggi antisemiti di Leon Degrelle a quelli di Corneliu Codreanu, da Oltre il maschio debole a Remigrazione dell’attivista austro-nazi Martin Sellner. Che «battaglia delle idee» vogliamo ingaggiare, con chi ci invita a risvegliare «quella mai sopita tensione verso la realizzazione dell’uomo nuovo», a «ritrovare la via del guerriero»? Non si può. E questa non è censura: ma, di nuovo, cultura.

L’intervento completo di Massimo Giannini su Repubblica

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