Un chilo di esplosivo ha fatto saltare in aria l’auto di uno dei più importanti giornalisti d’inchiesta italiani: Sigfrido Ranucci. L’esplosione ha colpito anche l’auto della figlia, passata da lì appena venti minuti prima. Entrambi i veicoli, che erano parcheggiati di fronte alla casa del giornalista a Pomezia, sono stati avvolti dalle fiamme.
E se oggi i principali politici di maggioranza mostrano vicinanza e condannano l’attentato, non è questo ciò che è accaduto negli ultimi anni. Lo stesso giornalista ha più volte denunciato un clima di isolamento e delegittimazione nei suoi confronti e del suo lavoro. Ora ci auguriamo che non serva un’altra bomba sotto un’auto per iniziare a tutelare chi ogni giorno si espone per raccontare la verità.




