Al collo del piccolo rettile, ormai in fase di decomposizione, era ben visibile un cappio: probabilmente era stato usato per catturare l’animale e, forse non volontariamente, quella cordicina stretta l’ha ucciso. A fotografare l’esemplare senza vita è stata Martina Verga, giovane studentessa di scienze naturali all’università di Roma, sconcertata alla vista della lucertola catturata, «impiccata» e lasciata sul selciato, che ha inviato la foto al nostro giornale. Una specie rara e protetta che vive esclusivamente sui due Faraglioni esterni, quello «di mezzo» e lo «scopolo», staccati dalla terraferma e quindi solo i pochi e gli abili scalatori che si arrampicano lungo le rocce in rari casi riescono ad avvistarla.
La lucertola azzurra di Capri è entrata a pieno titolo nella storia e nel mito dell’isola dal 1870, quando il medico e studioso naturalista Ignazio Cerio descrisse per primo la specie. E nel museo a cui stato dato il suo nome un esemplare si trova esposto in una teca proprio nella zona dedicata alla zoologia e alla paleontologia. Quindi ritrovare in una strada del centro i resti della «lacerta coerulaea faraglionensis» ha destato un moto di indignazione tra i capresi e non solo, anche perché a sua tutela, nel corso degli anni, si sono costituiti gruppi di rocciatori ambientalisti che hanno adottato la lucertola blu come simbolo di unicità dell’isola di Capri.
Persone semplici come Michele Ferraro, scomparso da poco, che osava sfidare i giganti di roccia arrampicandosi sulle fiancate senza utilizzare nessuna protezione e solo se glielo chiedeva qualche studioso o scienziato di università italiana o straniera catturava qualche raro esemplare per motivi di studio. A tutela della lucertola e dei sentieri e dei percorsi naturalistici negli anni duemila è nata un’associazione di volontari, la Capri Outdoors. La lucertola azzurra è diventata anche protagonista di un film documentario di Ivano De Simone che ripercorre tutte le fasi cruciali della scesa ai Faraglioni di un gruppo di scalatori napoletani aderenti al Cai Napoli, guidati dal bibliofilo e alpinista Francesco Del Franco.
La Bbc ha portato sul piccolo schermo la lucertola blu dei Faraglioni di Capri proiettando il documentario e un’equipe di studiosi dell’università Federico II, coordinata da Domenico Fulgione con Gabriele de Filippo, biologo della conservazione e fotografo, membro della Commissione Educazione e Conservazione dell’Iucn (Unione Internazionale per la Conservazione della Natura), nell’ambito del progetto Sguardo sulla Campania – Biodiversità per il 2020, l’ha studiata e pubblicato articolo sulla rivista Discovery Wildlife.
E mentre da un lato amanti della natura natura, biologi, alpinisti e appassionati studiano da oltre un secolo l’affascinante e misterioso animale dal color del mare che vive solitario sui Faraglioni di Capri, dall’altro lato si trovano persone che con atti sconsiderati come quello dell’uccisione di un piccolo animale mettono a rischio la conservazione e lo sviluppo di una specie così rara.
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