Due mesi per ’mettersi in regola’. Entro il 30 novembre tutti i Comuni dovranno registrare gli autovelox sul portale del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. In caso contrario, l’utilizzo dei dissuasori sarà ritenuto illegittimo, e così le eventuali multe, che non avranno quindi alcun valore legale. Dopo lo stop di marzo e un periodo di ’cottura’, al decreto è stato premuto il tasto ’invio’. La piattaforma telematica ministeriale è online dal 30 settembre. Le amministrazioni, o chi per loro, dovranno inserire sul portale i dati relativi ai dispositivi, ovvero: marca, modello, tipo, l’eventuale versione, la matricola e gli estremi del decreto MIT di approvazione o di estensione del dispositivo o sistema. Dopodiché, questi dati saranno pubblicati sul portale istituzionale del MIT nel nome della trasparenza e della libera consultazione, così da non lasciare spazio a fraintendimenti, quindi evitare che da dissuasori dell’alta velocità e degli atteggiamenti irresponsabili, diventino strumenti micidiali e severi in mano alle amministrazioni, per fare cassa. Ma anche, dall’altra parte, per salutare l’era dei ricorsi per le multe generate dall’occhio elettronico (vedi l’articolo accanto).
C’è un però. Prima di mettere la parola fine alle impugnazioni, come fa notare il Codacons, rimane da sciogliere il nodo dell’omologazione. Ingarbugliato da quando la Cassazione, ad aprile 2024, ha dichiarato nulle le multe emesse da apparecchi approvati, ma non omologati. Di fatto distinguendo due concetti fino a quel momento considerati equivalenti dal ministero e quindi dagli enti comunali. Ragione per cui la maggior parte dei dispositivi in Italia sono approvati, ma non omologati – per mancanza di decreti attuativi stando alle amministrazioni – e Firenze non è da meno. La mappa degli autovelox è pubblica sul sito della Municipale (ed è quella riportata nel grafico in alto), con tanto di decreto prefettizio.
L’articolo completo di Teresa Scarcella è sul sito della Nazione
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