Culle vuote, cucce piene: cambia il carrello degli italiani, ma spendono solo le generazioni senior

di solobuonumore

Culle vuote, cucce piene: cambia il carrello degli italiani, ma spendono solo le generazioni senior

A New York Zohran Mamdani è stato eletto sindaco sull’“affordability”, la possibilità per un gran numero di famiglie di permettersi le spese essenziali. Anche Mikie Sherrill ha vinto le elezioni come governatrice del New Jersey sugli stessi temi, benché con ricette diverse. Il problema delle fini del mese è diventato così determinante nella politica americana che Donald Trump sta facendo marcia indietro e ha iniziato a levare i suoi dazi su una serie di prodotti alimentari. E da noi? Se ne parla poco, lo si analizza ancora di meno. Ma nel mio quartiere ci sono tre supermercati: il primo è un discount e ha iniziato a praticare saldi sulla sua offerta che era già a sconto in partenza; un secondo è di qualità medio-alta e in cassa non si fa mai la fila, perché è semivuoto; il terzo è di qualità medio-bassa e le file alle casse sono interminabili. Dopo la mia ultima spesa, ho supplicato un’importante catena della grande distribuzione di mostrarmi i dati sul comportamento dei clienti e quali tendenze vede. Mi hanno detto che stanno riducendo la sezione di scaffali per l’infanzia e aggiungendo scaffali di prodotti per cani e gatti (grafico sopra). Ma non è tutto. Perché non so se ve ne siete resi conto, ma dal 2007 stiamo spendendo quasi venti miliardi all’anno in meno per il cibo. Cosa succede alla spesa degli italiani e cosa ci dicono i carrelli del supermarket degli spostamenti profondi nel Paese?

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