https://www.youtube.com/watch?v=Ky-6UP0CbOg
Macerie: anzi, i video delle macerie. È tutto quello che resta del passato di Salsapeel a Gaza. “Destroyed, all destroyed”, ripete mentre fa scorrere sul cellulare immagini di polvere e pietre: erano la sua casa a Khan Yunis, distrutta. La sua università, dove studiava comunicazione multimediale e avrebbe dovuto laurearsi quest’anno: distrutta come “le strade, le moschee, i ristoranti, tutto. Non ci sono posti sicuri a Gaza: Israele ha bombardato ovunque”. Salsapeel è arrivata in Italia, a Genova, con nient’altro che questo cellulare, il vestito nero che ha indosso e il suo bambino. Che ha tredici mesi, e ora è ricoverato nel reparto di Neurologia pediatrica e Malattie muscolari dell’Istituto Giannina Gaslini.
Di Erica Manna
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