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Emmanuel Macron arriva a Palazzo Chigi puntuale, accolto da Giorgia Meloni con sorrisi distesi, strette di mano prolungate e un gesto di reciproca cortesia che non sfugge ai fotografi. Dopo mesi di tensioni e schermaglie, la premier prova a sdrammatizzare l’attesa con una battuta ai cronisti: “È il parterre delle grandi occasioni”. I due leader si vedono a porte chiuse, vanno oltre il tempo previsto in agenda, parlano per oltre tre ore. L’urgenza era ricomporre le divergenze sul dossier ucraino. I due leader ribadiscono “il sostegno incrollabile e senza esitazioni all’Ucraina”. Il richiamo è di nuovo a “una soluzione equa e duratura” del conflitto, “presupponendo al contempo un ambizioso cambiamento di scala nella difesa europea”. Ma il confronto tra i due leader ha spaziato su molti dossier come i dazi, il contrasto all’immigrazione irregolare e il settore automotive.
Su Repubblica l’articolo di Anais Ginori
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