Il destino, a volte, ti aspetta dove e quando non lo aspetti: non quando sei in vacanza, nelle Marche, non quando stai facendo un giro in cielo sopra Fermo su un ultraleggero come tanti, magari facendo un video come quello che aveva postato sui social qualche giorno fa.
Soprattutto non quando sei Felix Baumgartner, ovvero una leggenda delle imprese estreme, l’uomo che aveva portato oltre ogni limite il confine dell’impossibile.
Nel 2003, dopo tre anni di preparazione, il base jumper austriaco sorvolò un’area a un’altezza di quasi 10mila metri, utilizzando un’ala in fibra di carbonio e speciali bombole d’ossigeno, gettandosi da un aereo sopra Dover e atterrando a Calais.
Ma l’impresa che più di ogni altra lo ha consegnato alla leggenda Baumgartner l’aveva compiuta nel 2012: primo uomo a lanciarsi dalla stratosfera e a superare il muro del suono in caduta libera. Un volo di 39mila metri, durante il quale ha roteato per 10 secondi nello spazio e ha raggiunto oltre 1.300 km orari di velocità.
E forse anche per questo colpisce la notizia della sua scomparsa a 56 anni, per un incidente che, per un uomo come lui, può tragicamente definirsi persino banale: durante il volo con il deltaplano a motore Baumgartner ha avuto un malore che lo ha fatto precipitare nella piscina di una struttura ricettiva lungo la costa, urtando una ragazza che è rimasta ferita, non gravemente, in seguito all’impatto.
Baumgartner era ancora vivo al momento dell’impatto, ma i medici non sono riusciti a salvarlo dall’arresto cardiaco che si è rivelato fatale.
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