Garlasco, i consulenti dei Poggi: “L’impronta 33 non è di Andrea Sempio”

di solobuonumore

Garlasco, i consulenti dei Poggi: “L’impronta 33 non è di Andrea Sempio”

"L’impronta 33 non è di Andrea Sempio". C’è un colpo di scena sul caso Garlasco che ribalterebbe le tesi sostenute fino ad ora con la nuova indagine della procura di Pavia. i consulenti di parte della famiglia Poggi hanno analizzato quella che per i magistrati era l’impronta attribuibile ad Andrea Sempio, quella sulla parete adiacente alla scala che porta in cantina nella villetta di via Pascoli, dove è stato ritrovato il corpo di Chiara Poggi, uccisa nel 2007.

L’impronta è stata vista come un elemento cruciale per collegare Sempio alla scena del delitto. "È dell’assassino", hanno sostenuto i magistrati. Ma l’approfondimento tecnico dei consulenti dei genitori e del fratello di chiara racconterebbe un’altra storia: "Le analisi hanno stabilito – si legge in una nota dei legali – la "estraneità dell’impronta alla dinamica omicidiaria" e la non "attribuibilità della stessa ad Andrea Sempio". Insomma, quasi due mesi di ipotesi e ricostruzioni, con dietro l’angolo una clamorosa e possibile riapertura di un processo che sembra sfumare con quanto emerge oggi.

Per questo gli avvocati dei familiari hanno chiesto ai pm di "sollecitare" un incidente probatorio su questa impronta. Istanza che pero è stata rigettata dai pubblici ministeri.

È uno scontro tra periti che continua, a 18 anni dal delitto che vede come unico condannato in via definitiva Alberto Stasi, l’ex fidanzato di Chiara Poggi che si è sempre dichiarato innocente.

Ieri la notizia che sugli adesivi sui quali sono state conservate le impronte mai analizzate in casa Poggi non vi era materiale genetico per un confronto del Dna. È emerso inoltre che l’impronta sulla porta di casa – che non sarebbe né di Stasi ne di Sempio – non avrebbe rilevato la presenza di sangue.

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