Qualche secondo di silenzio: «È incredibile sta cosa. Non so cosa pensare…». Poi Gino Cecchettin si ferma, riflette, respira a fondo. Filippo Turetta rinuncia all’appello e accetta l’ergastolo e lui fatica a capire, a reagire ai continui colpi di scena che toccano Giulia. Negli ultimi mesi Cecchettin ha scelto di trasformare la sofferenza in impegno. Ha fondato la Fondazione Giulia Cecchettin, che porta il nome della figlia uccisa l’11 novembre 2023, e gira l’Italia per parlare di rispetto, libertà, amore.
A Milano, pochi giorni fa, ha raccontato come il silenzio e la riflessione lo abbiano aiutato «a intuire tante cose» e a ritrovare, dentro di sé, uno spazio di pace: «Io sono vivo, amo la vita. Il dolore si può trasformare in amore, e l’amore può diventare vita». Ma ogni volta che il caso di Giulia torna d’attualità, il suo equilibrio viene messo alla prova.




