«Era morto. Cuore fermo, polmoni fermi, 21 gradi di temperatura corporea: morto». Così Luca Lorini, direttore del Dipartimento di emergenza urgenza e area critica del Papa Giovanni di Bergamo descrive il diciottenne che si è trovato di fronte sabato 27 settembre. E che ieri era seduto al suo fianco a raccontare la gioia di essere vivo.
Jiri Marzi, comasco di Griante, partecipava al Marathon Trail Lago di Como. Piove, il percorso viene tagliato in corsa, lui sbaglia sentiero e affronta fradicio, in pantaloncini e maglietta, i 5 gradi dei 2mila metri tra Sasso Bellora e Monte Bregagno, sopra Menaggio. Stremato, si ferma a riposare e il freddo ha ragione di lui: «Mi sono detto che non ce l’avrei fatta. Non potevo neanche prendere il cellulare perché le dita erano ghiacciate. Ho accettato i fatti com’erano, non mi sono mai perso d’animo e ho mantenuto la vigilanza il più possibile, penso quasi fino all’ultimo. Poi non ricordo gli ultimi minuti». La temperatura corporea scende, a 28 gradi il cuore si ferma, il metabolismo rallenta dell’80% e proprio questo contribuisce a salvarlo. Al check point non lo vedono arrivare, partono i soccorsi. Quando lo trovano la temperatura corporea è a 21 gradi, il cuore è fermo da un’ora e mezza. In 20 minuti l’elicottero lo porta al Papa Giovanni, dove in 17 minuti lo collegano alla macchina per l’ecmo.




