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Jennifer Lawrence, protagonista dell’inquietante thriller familiare di Lynne Ramsay ‘Die my love’, porta sul grande schermo di Cannes un personaggio fortissimo e un tema scomodo: il trauma del dopo parto, il viaggio alla ricerca di sé stessi tra realismo e grottesco, con una cifra forte come quella che caratterizza il suo cinema. Per l’attrice americana “cercare di distinguere ciò che io farei da ciò che farebbe il mio parsonaggio è stato semplicemente straziante. Quando ho letto il libro per la prima volta, l’ho trovato devastante, potente, vivo. Era come entrare in un sogno, anche perché avevo appena avuto il mio primo figlio. E davvero, non c’è niente di paragonabile al post-partum. È estremamente isolante. Ed è interessante, considerando questa coppia nel Montana: lei non ha una comunità, non ha le sue persone. Ma la verità è che l’ansia estrema e la depressione estrema ti isolano, ovunque tu sia. Ti fanno sentire come un’aliena".

Dalla nostra inviata Arianna Finos