«Il 10 ottobre ho ricevuto un messaggio da un numero sconosciuto con un prefisso americano che diceva: “Pubblicherò a mezzanotte le foto che ho di te nuda e dì pure ad Ambra, tua madre, che se non riceverò 10 mila euro ti rovinerò la vita”.
In quell’istante mi sono sentita senza difese, in imbarazzo di fronte alla parola nuda, perché il mio corpo è mio e vorrei poter decidere io a chi mostrarlo, se e come. Ma in quel momento ho avuto paura che, anche se manipolate, le foto sarebbero state pubblicate e io non avrei potuto farci niente».
Lo ha raccontato Jolanda Renga, figlia di Ambra Angiolini e Francesco Renga, durante l’audizione presso la Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio, dove era accompagnata da sua madre.
«Mi sono sentita esposta, vulnerabile – ha aggiunto – e colpita nel punto più fragile: la mia dignità».
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