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Sanae Takaichi ce l’ha fatta. La “lady di ferro” diventa la prima donna premier del Giappone: una simbolica rottura del soffitto di cristallo in un Paese che occupa gli ultimi posti nelle classifiche mondiali sulla parità di genere, ma una svolta ancora più a destra per il Sol Levante. Sessantaquattro anni, nata a Nara, esponente dell’ala più a destra dei conservatori (il partito liberal-democratico, Pld, che governa quasi ininterrottamente il Giappone dal secondo dopoguerra), fedelissima del defunto premier Shinzo Abe, ultraconservatrice, il suo modello è l’ex premier britannica Margaret Thatcher. Ex batterista in una band heavy-metal quando era una ragazza, appassionata di motociclette, assidua frequentatrice del santuario Yasukuni (considerato in Asia un simbolo del passato militarista del Giappone, visite che puntualmente fanno arrabbiare Cina e Corea del Sud), favorevole alla revisione della Costituzione pacifista in chiave anti-Pechino e per affrontare la minaccia nordcoreana.
L’articolo completo del nostro corrispondente Gianluca Modolo su Repubblica




