Una donna come amministratrice del profilo Facebook che offende le donne con foto porno. E con lei un complice. Sono stati identificati dalla polizia postale anche se la notizia doveva essere riservata per non compromettere i successivi accertamenti e capire chi si nasconde dietro di loro. «Questa fuga di notizie danneggia le indagini», spiegano proprio gli investigatori che con il coordinamento della Procura stanno cercando di fare luce sui responsabili della pagina «Mia moglie», chiusa da Méta nell’estate scorsa dopo lo scandalo delle immagini di donne pubblicate senza il loro consenso e i commenti offensivi di migliaia di utenti. Ma la storia andava avanti da anni e la polizia postale aveva chiesto di chiudere il profilo proprio per evitare che le offese seriali potessero continuare. Un giro da 31mila iscritti con migliaia di donne prese di mira, che è poi proseguito sotto altre forme, con nuovi profili accumunati dagli stessi contenuti.