Sicuramente un esperto del settore, una mente brillante quanto fuori dal sistema. Questione di inclinazioni. Ma di certo quando occorre ideare un furto fuori dall’ordinario, come quello di pochi giorni fa al Louvre, Leonardo Notarbartolo sa come muoversi. Palermitano trapiantato a Torino, 73 anni, nella notte di San Valentino del 2003 riuscì a penetrare uno dei cuori nevralgici dell’economia mondiale: il caveau del Diamond Center di Anversa, in Belgio. Con altri complici svuotò 123 cassette di sicurezza su 160, per un bottino in diamanti pari a 200 milioni (più del doppio di Parigi) e nessun ferito.
Semplicemente il «colpo del secolo», di cui Notarbartolo fu l’architetto e in grado di ispirare due serie su Amazon Prime e Netflix. Tutto poi venne rovinato nella fuga, quando un’imprudenza da principiante (la carta di un panino abbandonata in autostrada) di un suo compagno consegnò il loro dna alle forze dell’ordine. Oggi Notarbartolo è un uomo libero e dopo sei anni di carcere si occupa di pellet. Da tempo ufficialmente «fuori dai giochi», si può considerare uno dei massimi esperti italiani quando si parla di furti. Una lente in più per cercare di capire il furto di Parigi, quando quattro ladri hanno sottratto alcuni gioielli della collezione di Napoleone (per un valore stimato in 88 milioni di euro) a uno dei musei più famosi del mondo.




