"Se sai cantare, canta. La vita è una danza, non ti chiudere in gabbia". Ecco l’insegnamento delle "Mie magnifiche maestre" (Mondadori) di Fabio Genovesi. L’autore toscano al suo ottavo romanzo ("non ho un lavoro vero") racconta di bisnonne, nonne, zie che gli compaiono in sogno nella settimana prima del suo cinquantesimo compleanno. In studio ci racconta perché si fida più dei sogni che della realtà ("non raccontano paranoie, Freud ci ha rovinato"), più delle sensazioni che del cervello. La storia e le parole di donne lontane che lo hanno amato lo aiutano a capire che il tempo è finito e infinito allo stesso tempo, come quello delle cicale che cantano d’estate e poi lasicano le loro uova e tornano alla terra. Nato e fisso a Forte dei marmi, appassionato di giardinaggio e bicicletta assicura:"Tutto è natura e noi siamo natura. Se fai silenzio e ti connetti senti, se non ti connetti non senti niente". Un libro taumaturgico pieno di poesia e di rivelazioni. Per esempio che "nasciamo e moriamo tante volte in una vita, ma spesso ci ricordiamo solo dei dolori e dei lutti". Invece? "Come fa l’aragosta, che se perde una chela blocca la crescita e se la fa ricrescere con tutta l’energia che ha, così fa la nostra anima, che dopo una perdita perde un pezzo, ma sviluppa una parte di sé che non conosceva". Di Giulia Santerini. Montaggio Elena Rosiello  . ."Metropolis Extra, qualcosa di personale", la serie nata per conoscere chi è disposto a mettersi in gioco e raccontare storie di vita uniche. In streaming live ogni giovedì nella seconda parte di Metropolis e in replica la domenica e on demand sul sito di Repubblica GUARDA TUTTE LE INTERVISTE DI EXTRA