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“’Per fortuna’ che ho Sinner, non dirò mai ‘purtroppo’. Non esiste una rivalità di quel genere, esasperare le tensioni nello sport, che ne ha tante, non serve. E poi Jannik ce l’ho a fianco. Non è un nemico che mi toglie l’aria, è un campione che indica la via. Un punto di riferimento”. Lorenzo Musetti, 23 anni, da Carrara, rovescio a una mano, dritti rinascimentali (così scrivono). Amato, criticato, discusso, richiesto, contrapposto, osannato. Un tatuaggio (insolito) sul braccio sinistro: il suo elettrocardiogramma unito a una racchetta. Segno che il suo cuore batte per il tennis. Ha Sinner davanti. L’Italia estremizza le rivalità: Coppi e Bartali, Rivera e Mazzola, Goggia e Brignone. Ma lui dice: “Non giudico uno svantaggio essere capitato nel suo stesso periodo. Vorrei avere un po’ delle sue qualità? Sì, nel massimo rispetto delle nostre diversità. Camminiamo su binari differenti, ma paralleli, ognuno matura con i suoi tempi, entrambi abbiamo dovuto sopportare pressioni, su di noi ci sono sempre state grandi aspettative”.
Su U di Repubblica l’intervista di Emanuela Audisio
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