Paolo Crepet: «Cari papà, basta con il padel e i jeans strappati a 48 anni» #shorts #news

di solobuonumore

Paolo Crepet: «Cari papà, basta con il padel e i jeans strappati a 48 anni» #shorts #news

Professor Paolo Crepet, lei il primo dicembre porta al teatro degli Arcimboldi «Il reato di pensare»: Milano ha ancora voglia di pensare?
«Non mi sembra. Io ho conosciuto le Milano della musica, della moda, del design… Ma, ultimamente, mi annoio: mancano i graffi, le scoperte, come quando apparì Elio Fiorucci o il Capolinea sui Navigli coi primi grandi del jazz negli Anni 70».

Che verrà a dire alla Milano dei grattacieli e del design, e però anche a quella delle baby gang dal coltello facile?
«Queste due facce fra Qatar e maranza sono speculari, con un anello che le congiunge: più si esasperano le differenze e più cresce la frustrazione. Per questi ragazzini il futuro è un grattacielo dove forse vive un calciatore e in cui non entreranno mai. E allora loro che fanno? Una volta, ne avrebbero inventato un altro, oggi no. Io con don Gino Rigoldi ho conosciuto bene la periferia milanese, che però era anche speranza. Adriano Celentano parlava di quella periferia lì, Giorgio Gaber ha dato speranza a quei giovani lì». L’intervista continua su corriere.it

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