Un gruppo di imprenditori cinesi ha smantellato con la forza il gazebo del presidio allestito davanti alla confezione che lavora per Elafilo
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Non accenna a diminuire la tensione attorno alle vertenze del Sudd Cobas nel distretto dell’abbigliamento a Prato, dove il sindacato denuncia un clima sempre più ostile nelle aziende coinvolte. Dopo l’aggressione agli operai e ai due agenti della Digos di lunedì, un nuovo episodio si è verificato oggi – giovedì 20 novembre – in via Genova, alle porte del centro storico di Prato: intorno alle 8 un gruppo di imprenditori cinesi ha smantellato con la forza il gazebo del presidio allestito davanti alla confezione che lavora per Elafilo. Lavoratori e sindacalisti hanno tentato di opporsi, senza riuscirci. Un’ora dopo, mentre i vigili del fuoco aprivano la porta del capannone – pare per un mazzo di chiavi smarrito – i titolari hanno richiesto un’ambulanza: un uomo di 39 anni è stato soccorso in codice giallo, dinamica ancora da chiarire. Sul posto polizia e carabinieri. Durissimo il commento dell’esponente Avs Marco Grimaldi: «Ancora una volta si colpisce chi rivendica diritti. Il diritto di sciopero non si tocca: servono interventi immediati contro chi organizza la repressione». Nel distretto però non arrivano solo segnali di scontro. Sempre oggi, in Provincia, si è svolto infatti il quarto tavolo istituzionale sulla vertenza L’Alba, che ha individuato una possibile soluzione per i 18 lavoratori rimasti senza stipendio da agosto. Le aziende committenti e il Sudd Cobas hanno trovato un punto di convergenza su un soggetto interessato a insediarsi a Prato e a rilevare le attività di confezione, stiratura e logistica, garantendo continuità produttiva e reintegro del personale.




