Romina Power non ama i giornalisti. Ed è difficile darle torto, leggendo il suo ultimo «Pensieri profondamente semplici», l’abbecedario della sua vita scritto per Rizzoli, in libreria dal 25 novembre. Il mese non è casuale. Il 29 novembre di 55 anni fa, nella Villa del Rosario di Roma, nasceva la sua primogenita, Ylenia: una suora spingeva sulla pancia della mamma, una radiolina portatile diffondeva musica in sala parto e un’ostetrica si adoperava con tale impegno che, dopo, avrebbe fatto nascere tutti gli altri figli di Romina e di Al Bano Carrisi, le ultime due addirittura in casa, a Cellino San Marco.
Fino al 1994 Romina ritagliava ogni articolo che la riguardasse. Poi smise. E nel libro chiarisce perché: di Ylenia, scomparsa a New Orleans all’inizio del 1994 (la chiamata del console ai genitori arrivò il 7 gennaio), e del suo divorzio, hanno parlato tutti tranne lei. È arrivato dunque il momento di dare la sua versione, senza che siano altri ad attribuirle parole mai dette. Lo fa davanti a un canarino (inteso come bevanda e non come volatile, che pure ama moltissimo, da animalista e ambientalista convinta) in un hotel in centro a Milano.
Qual è la cosa scritta che l’ha ferita di più?
«Beh, qui a Milano c’era un giornale che si chiamava La Notte. Ebbene, fece un titolo cubitale in prima pagina: “Ylenia è morta”. Senza prove, senza niente. Ma come si deve sentire una madre che ha la speranza nel cuore?». L’intervista continua su Corriere.it




