Con il passare dei giorni, la vicenda della 12enne di Sulmona, si sta trasformando in una storia di torture e sevizie, come un tunnel di paura e sofferenza atroci, cominciate ben due anni fa, e cioè quando lei aveva solo dieci anni. Sin da allora, avrebbe subito, oltre alle violenze, presunti ricatti per ottenere prestazioni sessuali. E a pretenderlo sarebbero stati due suoi cugini, uno di quattordicii l’altro di diciotto 18 anni.
Due giorni fa, sabato 13 settembre, i carabinieri del nucleo operativo della compagnia di Sulmona si sono presentati a casa dei due ragazzi. Appartengono come la vittima a famiglie di origine straniera ma nati in Italia. I militari hanno sequestrato telefoni, tablet, computer e memorie digitali. L’obiettivo dei periti subito al lavoro, è cercare e trovare, filmati, messaggi e foto osè, diffuse in rete tramite una chat di WhatsApp alla quale sarebbero iscritte una quarantina di persone. Bisogna anche verificare se quei video diffusi e passati sulla chat siano stati a loro volta inviati ad altri, con la platea degli indagati che potrebbe ampliarsi.
Per il momento sul registro della procura dei Minori dell’Aquila e della procura della Repubblica di Sulmona sono iscritti i due cugini della 12enne come indagati con l’accusa di violenza sessuale aggravata e revenge porn. Da quanto ricostruito finora dagli inquirenti, la ragazza, ad appena dieci anni, si sarebbe invaghita del ragazzo più piccolo. E sarebbe stata ripresa mentre veniva abusata sessualmente. Da quel momento è iniziato per lei un vero e proprio incubo, con i due che, a turno, avrebbero abusato di lei minacciando di diffondere sui social quel video della vergogna. Sempre secondo quanto appreso, sarebbero avvenute violenze a cadenza quindicinale che avrebbero visto i due cugini alternarsi come violentatori e videomaker, accumulando altri video e altro materiale da ricatto. Poi, a luglio scorso, uno dei video è finito su una chat di Whatsapp, convincendo la ragazzina a raccontare tutto ai carabinieri che lo hanno acquisito.
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