Tra le rovine di Deir al-Balah, nel cuore di Gaza, la domenica, 26 ottobre, un gruppo di persone si è riunito per una proiezione speciale. Su sedie di plastica, sotto un cielo ancora segnato dal fumo dei bombardamenti, bambini e adulti hanno assistito a “The Voice of Hind Rajab”, il nuovo film della regista tunisina, Kaouther Ben Hania. Una pellicola che racconta le ultime ore di vita di una bambina palestinese di sei anni, Hind Rajab, intrappolata in un’auto colpita dai proiettili dell’Idf insieme alla sua famiglia. Dodici giorni dopo, i loro corpi — insieme a quelli di due soccorritori — sono stati ritrovati senza vita.
Il film è un documento della guerra tra Israele e Hamas, che unisce cinema e memoria. È ambientato interamente all’interno del centro di smistamento del servizio di soccorso della Società della Mezzaluna Rossa Palestinese. Inoltre, utilizza l’audio autentico della chiamata di Hind, mentre attori interpretano gli operatori che, per ore, tentarono di guidare i soccorsi e di infonderle coraggio al telefono.
Presentato in anteprima alla Mostra del Cinema di Venezia del 2025, il film non solo ha vinto il Leone d’argento, ma ha anche ottenuto ben 23 minuti di applausi. Un vero e proprio record: ha battuto i 18 minuti riservati l’anno scorso a “The Room Next Door” di Pedro Almodóvar e persino i 22 minuti che segnarono la storia del Festival di Cannes con “Il labirinto del fauno” di Guillermo del Toro. Ed è stato, inoltre, scelto candidato tunisino agli Oscar 2026 nella categoria miglior film internazionale.
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