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Trump ha smentito di aver chiesto a Zelensky di colpire Mosca o San Pietroburgo e nega l’intenzione di fornire a Kiev razzi come i Tomahawk, in grado di colpire in profondità il territorio russo. Tuttavia, la retorica si fa più dura: il presidente si sarebbe sentito ingannato da Putin, più per ragioni personali che strategiche, e ora ha riattivato la fornitura di armi all’Ucraina, oltre ad aiuti economici, minacciando sanzioni secondarie contro Mosca se non accetterà un accordo di pace entro 50 giorni. Una linea più rigida che punta a forzare Putin al tavolo delle trattative, anche se non è chiaro quanto durerà.
Il punto di Paolo Mastrolilli




