Milano, 9 feb. (askanews) – Aumenta il tasso di insolvenza delle imprese italiane, con elevato rischio prevalentemente nei settori del turismo, ospitalità e costruzioni nei quali 115.000 aziende potrebbero dover affrontare un evento di default. In controtendenza farmaceutico, servizi pubblici e IT che si mantengono in una zona di sicurezza. E’ il quadro che emerge dal Credit Outlook 2021 di Cerved Rating Agency e illustrato dall’amministratore delegato, Fabrizio Negri: "Il rischio di fallimento delle aziende è aumentato, perchè è aumentata la rischiosità del contesto economico. Le interruzioni della produzione per il Covid-19 insieme alle misure straordinarie governative che controbilanciano gli effetti della pandemia e l’affermarsi di nuovi trend di normalità, uno fra tutti la digitalizzazione, sono fattori che abbiamo considerato nelle nostre ricerche e che andranno ad incidere sulla probabibilità di default delle imprese italiane".
Lo studio, che si basa sulle valutazioni degli analisti dell’agenzia su oltre 30 mila società italiane oggetto di rating, proietta le tendenze macroeconomiche sulla probabilità di default di un campione fortemente rappresentativo dell’economia reale, con dettagli su settore, area geografica e dimensione dell’impresa.
Secondo i dati raccolti da Cerved il tasso di insolvenza di portafoglio prevista per il 2021 salirà al 6%, con un incremento dei default di circa un terzo. "Prima di Covid 19 il tasso medio di default osservato era intorno al 4,5%. Noi ci aspettiamo per la fine del 2021 un 6 per cento. L’incremento è del 34 per cento. Oggi a fine 2020 siamo ad un tasso di default del 5,1. Per cui tra 5,1 e 6 per cento la strada è ancora più lunga, sfortunatamente, rispetto all’anno che è appena passato", ha spiegato Negri.
"Mai come quest’anno il dato medio è un dato fuorviante", ha aggiunto l’ad di Cerved Negri, Il 6 per cento va infatti analizzato nel dettaglio. C’è una enorme dispersione fra settori, fra dimensioni aziendali e anche nella geografia del paese. "Tre fra tutti sono i settori più colpiti: le costruzioni, tutto il mondo della ricezione alberghiera e il mondo del turismo.
In questi tre settori, secondo le nostre stime, il tasso di default potrebbe coinvolgere nel 2021 oltre 100mila imprese".
La particolare natura di questa crisi comporta effetti fortemente diversificati, con una crescita maggiore della probabilità di default tra le imprese minori (dal 6% al 7,4% per le piccole e dal 7,7% all’8,6% per le medie) e quelle del Mezzogiorno, mentre "si nota una resilienza importante nella a nord est del paese".
"Sicuramente noi vediamo il 2022 come un anno nel quale grazie allo svilupparsi definitivo del Recovery Plan, e alla ripresa economica globale, il tasso di default dovrebbe ridursi", ha sottolineato Negri.
Ma una variabile da monitorare nel 2021 sarà la campagna vaccinale: "Se ci sarà un ritardo ad esempio di tre mesi rispetto all’attuale scadenza quel 6 per cento è destinato a diventare un 6,4 per cento.
Quindi il 2021 ancora difficoltà legate alla campagna vaccinale, il 2022 cambio di prospettiva", ha concluso.