Elena Milashina e «l’autocensura della paura». Quando la reporter aggredita spiegava il lavoro…

di solobuonumore

Elena Milashina e «l’autocensura della paura». Quando la reporter aggredita spiegava il lavoro…

Dopo il sequestro della giornalista russa riproponiamo una sintesi della video-inchiesta di Giorgio Fornoni

Ripubblichiamo un estratto della video-inchiesta di Giorgio Fornoni sui rischi corsi dai giornalisti in Russia. La sintesi contiene un’intervista a Elena Milashina, reporter della Novaya Gazeta più volte minacciata e aggredita, infine sequestrata e picchiata martedì 4 luglio in Cecenia e ricoverata in ospedale a Mosca.Elena Milashina, giornalista della Novaja Gazeta, è stata brutalmente aggredita da uomini armati coperti da passamontagna mentre si stava recando a Grozny in Cecenia per assistere e difendere in tribunale una donna, secondo lei, ingiustamente perseguitata. In Russia non puoi essere giornalista se hai la schiena dritta, se cerchi e denunci il male per difendere i più deboli e per la verità.
Erede di Anna PolitkovskajaAssunta alla Novaja Gazeta, Elena aveva preso il posto di Anna Politkovskaja, uccisa da un sicario nell’androne del suo palazzo con cinque colpi di pistola. Si impegnava con tutte le sue forze perché Politkovskaja era diventata nel mondo un simbolo, un esempio del vero giornalismo. Più volte minacciata, più volte duramente picchiata e più volte sollecitata a cambiare lavoro dal suo direttore Muratov perché il rischio per la sua vita ormai era troppo alto. Milashina, come Politkovskaja, denunciava allo stesso modo i soprusi dei soldati russi, attenta soprattutto alla dignità dell’uomo e al rispetto per la vita.
Le due prime lineeEssere giornalisti in Russia, vuol dire dover affrontare due prime linee… una è quella della «guerra», l’altra il rischio che un sicario ti aspetti ogni momento. Il valore di Elena è confermato dai tanti premi ricevuti nella sua carriera. Importante quello che le è stato riconosciuto da Human Rights Watch per «il coraggio personale e la lotta contro la corruzione e per il rispetto dei diritti umani in Russia». Oggi, in Cecenia, si vive in apparente tranquillità perché il pugno duro di Kadyrov, grande alleato di Putin, semina terrore e paura. La cattiveria usata contro di lei, ferendola e deturpandola, potrebbe essere un ultimo avvertimento. ( Corriere Tv ). Guarda il video su Corriere: https://video.corriere.it/esteri/elena-milashina-l-autocensura-paura-quando-reporter-aggredita-spiegava-lavoro-cecenia/c9bb3252-1b18-11ee-802f-6d9619f8b741

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