Ictus, l’importanza della prevenzione e le patologie collegate

di solobuonumore

Ictus, l’importanza della prevenzione e le patologie collegate

Milano, 31 mag. (askanews) – L’ictus è la terza causa di mortalità nei Paesi sviluppati e la più importante causa di disabilità grave a lungo termine: tre milioni di donne e 2,5 milioni di uomini muoiono di ictus ogni anno. Numeri molto importanti, così come importante è la prevenzione: anche di questo si è parlato nell’evento BrainSHearts che si è tenuto a Milano.

"La prevenzione primaria – ha spiegato il professor Danilo Toni, ordinario di Neurologia alla Sapienza di Roma e direttore dell’Unità di trattamento neurovascolare del Policlinico Umberto I – è stata in grado sicuramente di ridurre l’incidenza della malattia nel corso degli anni, anche se soprattutto nei soggetti anziani. Nei pazienti tra i 18 e i 50 anni c’è stato un incremento di circa il 25%. Altrettanto importante è anche la prevenzione secondaria, perché non dimentichiamo che un buon 15% di questi pazienti può, negli anni successivi al primo episodio, andare incontro a nuovi casi di ictus".

L’insorgenza dell’ictus può essere causata anche da altre patologie, come la fibrillazione atriale, un disturbo elettrico del cuore. Ma esistono trattamenti e cure che non riguardano solo i classici farmaci anticoagulanti, ma pure la chiusura percutanea dell’auricola sinistra.

"Si è passati – ha spiegato il dottor Roberto De Ponti, presidente della Società italiana di Artimologia e Cardiostimolazione – da un vecchio farmaco agli anticoagulanti diretti, più facili da assumere e meglio controllabili, anche in certi ambiti più efficaci. E poi ci sono procedure interventistiche quali la chiusura dell’auricola sinistra per via percutanea che fa sì che la maggiore sorgenti di trombi che possono causar l’ictus sia eliminata ed esclusa in modo da pervenire questa complicanza della patologia".

Un’altra malattia che può essere tra le cause dell’ictus è il forame ovale pervio, ossia un piccolo buco a livello della superficie che divide i due atri del cuore.

"La pervietà del forame ovale pervio o PFO – ci ha detto Giulio Pompilio, direttore scientifico del Centro cardiologico Monzino di Milano – può essere causa di embolismo paradosso, cioè di un embolismo che nasce nella parte destra del cuore, poi si sposta nella parte sinistra e provoca ictus o problemi cerebro-vascolari di natura cerebrale. Quando questo problema si verifica, fortunatamente, c’è la possibilità di curarlo, posizionando un ombrellino, un piccolo device, che chiude il PFO e impedisce il passaggio di questi piccoli trombi".

In conclusione dell’evento è poi stato sottolineato quanto sia importante la gestione condivisa del paziente per screening e trattamento appropriato, oltre che l’informazione su rischi e strategie terapeutiche a disposizione.

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