La drammatica battaglia per l’acciaieria Azovstal di Mariupol vista con gli occhi del…

di solobuonumore

La drammatica battaglia per l’acciaieria Azovstal di Mariupol vista con gli occhi del…

Nome di battaglia Frost: così il soldato-cameraman ha ripreso le immagini della drammatica battaglia (e il video del drone russo)

KIEV – Prima si vede la battaglia dall’alto. Le immagini dei droni russi, 40 secondi: dall’alto colpiscono i convogli ucraini, uomini come puntini lontani che fuggono disperati e vengono centrati dalle esplosioni. Poi si scende nell’inferno, ed ecco le scene di quel che fu: i corpi, gli spari, le macerie, la conquista delle posizioni, la distruzione dell’acciaieria Azovstal. Ora che sono liberi in Turchia, e vengono ricevuti perfino al Campidoglio americano per ricevere una medaglia all’«eroica resistenza» di Mariupol, adesso i sopravvissuti del Battaglione Azov celebrano se stessi con un video e inediti frame della furiosa battaglia dello scorso maggio.
Le scene, alcune molto crude, sono state in gran parte girate da un militare ucraino che c’era, nome in codice Frost. Gli uomini di Azov, emuli del nazionalismo anni ’40 di Stepan Bandera, i soldati ucraini che Mosca accusa d’essere la punta di lancia del neonazismo, in patria hanno un intero Paese che li attende da eroi: sulla facciata del municipio di Kiev, dieci giorni dopo il rilascio dei prigionieri, campeggia ancora un enorme drappo nero con la scritta bianca «Azovstal, free the Mariupol defenders», liberate chi difese la grande acciaieria e la città martire sul Mare d’Azov.
«Li stiamo aiutando a rimettersi, specialmente con le cure mediche», dice il presidente ucraino Volodymyr Zelensky: una di loro, il medico della truppa capitano Maryana Mamonova, due giorni dopo la liberazione ha partorito una bambina. Gli oltre duecento militari rilasciati da Mosca – il primo, grande scambio di prigionieri dopo sette mesi di guerra – si trovano nell’area di Istanbul. «L’umore di tutti è combattivo», dice Zelensky. Possono vedere là i familiari, ma nessuno può rientrare in Ucraina a combattere finché la guerra non sarà finita: è l’impegno coi russi che avrebbe preso di persona il miliardario Roman Abramovic, indicato fra i mediatori della trattativa.
Un paio di settimane fa, parlando ai gesuiti durante il suo viaggio in Kazakistan, anche Papa Francesco ha rivelato d’essere intervenuto in una fase dei negoziati: «Un capo militare ucraino incaricato dello scambio di prigionieri è venuto da me con un consigliere di Zelensky. Mi hanno dato una lista di 300 prigionieri e chiesto di fare qualcosa. Ho chiamato subito l’ambasciatore russo, per vedere che cosa fosse possibile fare, se uno scambio potesse essere accelerato…». Bergoglio rivelò il dettaglio il 15 settembre, una settimana prima del rilascio, con l’impegno di non farne parola. Due giorni fa, i gesuiti hanno raccontato il retroscena (video ripreso da un militare ucraino, nome in codice Frost). ( Francesco Battistini / Corriere Tv ). Guarda il video su Corriere: https://video.corriere.it/esteri/drammatica-battaglia-l-acciaieria-azovstal-mariupol-vista-gli-occhi-soldato-cameraman-immagini/85144cca-40a7-11ed-8b65-55aa2f703574

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